Tre giorni tutti insieme, in un piccolo appartamento in montagna, mi hanno fatto riflettere su che cosa significa essere madre di due esseri che stanno uscendo dall’infanzia e stanno entrando nell’età adulta, al principio di quell’età che chiamano adolescenza.
Significa conoscere nuove canzoni che non si sa bene come vengano diffuse visto che alla radio, alla tv, nelle filodiffusioni dei supermercati non vengono mai trasmesse.
Significa scoprire giochi nuovi con il cellulare che non devono essere per forza delle app: ad esempio, mai provato a scrivere un messaggio in WhatsApp lasciando che il correttore automatico decida quale parola sia meglio scrivere?
Significa ricevere un messaggio con scritto “mio fratello mi dà fastidio” sebbene siate tutti nella stessa casa.
Significa sentirsi rispondere sempre “quasi” alla domanda “hai finito i compiti?”.
Significa ringraziare il cielo per l’invenzione del cellulare e bestemmiare contro chi l’ha inventato.
Significa vedere ogni mattina la vita che fiorisce ma non è quella che vedi nello specchio.
Significa ridere per delle scemenze e perdere le staffe per delle cretinate.
Significa tollerare 4 “tipo” in una frase di 10 parole solo perché ai tuoi tempi facevi lo stesso con “cioè”.
Significa trovarsi nel cestino dei panni da lavare vestiti con ancora il profumo del ferro da stiro e litigare ore per una doccia.
Significa contare fino a 10 prima di avere una crisi di nervi all’ennesima risposta “un attimo” o “adesso”.
Significa non sapere mai quanto è giusto pretendere, quanto incoraggiare e quanto incazzarsi.
Significa rimanere stupefatti per quello che sono capaci di fare e attoniti per quello che non fanno.
Significa parlare di politica, legalità, giustizia e di come è difficile fare la bolla di saliva perfetta.
Significa sapere che ogni tanto ti odiano e rimanerci male anche se sai bene, perché l‘hai studiato, che è un passaggio imprescindibile per diventare adulti.
Significa desiderare che ce la mettano sempre tutta per fare del loro meglio perché sai bene che solo così potranno essere felici.
Significa imparare a dare fiducia perché loro poi possano meritarsela.
Significa imparare a rimanere un po’ in disparte e lasciare che facciano i loro errori, che trovino la loro strada, che affrontino le loro sconfitte e i loro periodi no. Anche se pagheresti oro perché tutto questo potesse essere loro risparmiato. Ma visto che non si può, significa essere sempre qui per loro dopo ogni caduta, dopo ogni sconfitta ma giusto il tempo per curare le ferite e aggiustare le ali quel tanto che basta perché poi possano riprendere il volo. Le vittorie ci basterà vederle anche da lontano.