2:41

Ecco, ci risiamo. Sono qui in ‘sto letto e sono sveglissima. Allungo la mano e afferro il cellulare sul comodino: 2 e 41.

Perché cavolo mi sono svegliata! Stavo facendo un bellissimo sogno. Ero alla presentazione di un libro e stavo chiacchierando amabilmente con Mario Calabresi. La location era un po’ strana, una chiesa. Eravamo in una decina intorno a un tavolo coperto da una tovaglia rossa.

Provo a richiudere gli occhi sforzandomi di riportare la mente al sogno, ma niente da fare. Più passano i minuti più la memoria del sogno svanisce e comincio a non ricordare più quale libro si stesse presentando, chi c’era intorno al tavolo, di cosa stavamo parlando.

Accidenti… sono sveglissima! E adesso che faccio?

Potrei giochicchiare con l’ipad o riprendere in mano il libro giallo che stavo leggendo ieri sera e che ho lanciato sotto il comodino quando sono crollata.

Scarto entrambe le soluzioni e rimango al buio con i pensieri nel cervello che cominciano a fare festa. Ecco, lo sento, adesso parte quel flusso di coscienza che non sono in grado di gestire. Ed infatti è ciò che avviene puntualmente.

Tutto parte da Mario Calabresi: abbiamo la stessa età, cresciuti nella stessa città, e credo di non avere bisogno di tutti i 6 gradi di separazione per trovare conoscenze che mi portino a lui. Con la differenza che lui è il direttore della Stampa, uno dei pochi quotidiani che è ancora un piacere leggere, ha scritto 3 libri che ovviamente ho letto, è stato corrispondente da New York. Io una redattrice freelance di libri per le elementari. Lui ha avuto una vita particolare, iniziata tutta in salita, ma è riuscito ad andare ovunque con la sua voce pacata e la sua capacità di narrazione, vincendo rancori, rabbia e pregiudizi. Propri e altrui. Io… bè, io… boh… forse sembro più giovane di lui…

Chissà, se avessi fatto anche io la scuola di giornalismo, se fossi stata più ambiziosa, se avessi creduto di più nelle mie capacità.

Ed eccoci, con i pensieri della mezza età… Se, se, se… Ma che palle… È andata così, mi va bene così, perché continuano a tornare ‘sti pensieri del cavolo? Se non ho fatto la scuola di giornalismo è perché non volevo farla: anna cara, ti ci vedi a cercare notizie e scoop? Inoltre sei una donna, avresti dovuto sgomitare di più. E poi, proprio tu, che ti vergogni a chiedere ai negozianti premi per la lotteria della festa della scuola? Suvvia, siamo seri… Cazzarola, la festa della scuola! Devo preparare lo schema riassuntivo di tutto quello che ci siamo detti con i quattro gatti lo scorso incontro! Devo proprio farlo, almeno per quei pochi che hanno ancora voglia un po’ di sbattersi. Scuola… AHHHH!!! Non ho firmato le verifiche del terzogenito, me lo devo assolutamente ricordare domattina altrimenti con la maestra faccio l’ulteriore figura della pessima madre. Ecco, pessima madre dai sogni di gloria, domani si ricomincia a lavorare sul serio: ti prendi i materiali che ti hanno passato e cominci a metterci la testa altrimenti poi ti ritrovi a fare tutto di corsa… Ma avrò fatto bene a dire di sì? Lo so, è l’ennesima sola, ma a questo punto credo di essermi scelta un lavoro che è un po’ tutto una sola… Si guadagna poco, si lavora un casino, ci si fa un sacco di seghe mentali e quando l’ansia aumenta tutti a urlarti dietro. E c’è sempre il refuso bastardo che si intrufola a rimettere in discussione la tua capacità e la tua professionalità. Bè dai, almeno non ti sei mai pentita del telegramma mandato quasi vent’anni fa al provveditorato in cui dichiaravi di rinunciare all’immissione in ruolo come docente nelle scuole primarie dello Stato.

Un tonfo. Qualcuno si è girato nel letto e deve aver preso una testata. Silenzio. Bene, hanno ancora la testa dura.

Dove eravamo rimasti? Ah sì, il lavoro. Ecco, io di rimpianti lavorativi, almeno quelli, non ne ho… finora… vedremo come sarò messa a settant’anni senza una pensione che possa chiamarsi tale… E se mi ammalo? Che mese siamo? Marzo? Devo assolutamente farmi fare le impegnative per mammografia, ecografia, esami del sangue. Avevano detto controllo dopo un anno: signora sa com’è… superati i quaranta… con precedenti in famiglia… magari ci mettiamo anche l’esame delle feci? Per la colonscopia c’è tempo, aspettiamo dopo i 45… Ma mi stava forse prendendo per il “culo”? A luglio sono 45! Mancano solo 4 miseri mesi!

Ed è un attimo. Eccola, sta arrivando: sento il cuore precipitare e poi risalire velocemente battendo all’impazzata. Dallo stomaco sento che sale, sale, sale e finalmente è qui! Benvenuta anche stanotte ansia!

Facciamo così, mi alzo, faccio la pipì, bevo un bicchiere d’acqua e tu vedi di tornare da dove sei venuta, ok?

Ora il cellulare segna le 3.05. Se chiudo gli occhi forte forte magari al posto di Mario Calabresi mi sogno di stare al mare, al caldo, in vacanza. Adesso ci provo…

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