Cara Carola,
oggi compi tredici anni e sei bellissima.
Sei bellissima e sei caparbia.
Lo sei stata fin da subito, da quando eri dentro di me e avevi fretta di nascere. Abbiamo fatto di tutto per farti aspettare il giusto tempo: mi hai regalato i tre mesi più belli della mia vita, a casa dal lavoro con l’obbligo di non affaticarmi, dove mi era concesso non fare una mazza tutto il giorno, con l’ultimo mese sdraiata sul divano o a letto per ordine del dottore, con il totale monopolio del telecomando, servita e riverita. Poi però hai voluto fare di testa tua, e visto che i dottori dicevano che dal 6 maggio potevi anche nascere, hai pensato bene di nascere il 4, così, solo per il gusto di averla vinta tu.
Sei stata una bambina sveglia e determinata, proprio una “carola” come diceva la nonna. Ci hai fatto dannare e ci hai fatto ridere.
Hai affrontato le difficoltà della tua infanzia a modo tuo, non ti sei fatta intimorire da maestre severe, amiche che andavano e venivano, delusioni, ma non hai mai smesso di cercare il tuo modo per stare al mondo, trovando da sola le soluzioni. La casa è per te il posto dove sfogarti, dove esprimere tutta la tua frustrazione, ma non vuoi che ti si dica come fare, vuoi orecchie che ti ascoltino e vuoi poi risolvere da te.
Quando eri piccola e vedevi i ragazzini fare gli stupidi ai giardini mi chiedevi perché facevano così. Io ti rispondevo che non erano stupidi, avevano 13 anni e che a 13 anni si è così, che a 13 anni è normale essere stupidi. Tu ridevi e li guardavi affascinata.
E adesso ci siamo. Oggi hai 13 anni.
So che farai delle stupidaggini, dirai delle cretinate, forse farai soffrire qualcuno, ma ti conosco.
Ti ho vista vincere e ti ho vista perdere. Ti ho vista orgogliosa e felice per quello che avevi fatto e arrabbiata perché ti è mancato tanto così da arrivare dove volevi arrivare. Ma raramente ti ho visto abbattuta. Perché sai che cosa è giusto e che cosa è sbagliato. Perché anche se qualche volta ti piace dare la colpa ad altri per i tuoi errori, sai prenderti le tue responsabilità e pagarne le conseguenze.
Perché la tua forza è che sai quanto vali. Anche se non sempre riesci a dimostrarlo, anche se commetti errori, anche se qualche volta ti sei sentita incompresa, sottovalutata, hai la capacità di rimetterti sempre in piedi.
Oggi che sei alta come me, che abbiamo lo stesso numero di scarpe, vorrei che tu rimassi sempre così, come quando indossi la tua maschera da scherma e impugni la tua spada, come quando ridi e scherzi con le tue compagne di squadra, tue avversarie in pedana eppure le tue più care amiche, come quando ti prepari lo zaino, metti la tua uniforme e indossi il tuo fazzolettone degli scout, come quando per andare a scuola esci 20 minuti prima di quando dovresti per poter fare la strada con un’amica, come quando mi sorprendi con una battuta super ironica e ridi di gusto. La tua infanzia sta lasciando il posto all’adolescenza, ma so che non sparirà, rimarrà lì in un angolino pronta a uscire quando ci sarà bisogno di ridere, quando ci sarà un prato su cui correre e un mare dentro cui tuffarsi.
E per me tu rimarrai sempre la mia bambina.
Ti voglio bene.