Giacomo dice che la musica gli mette malinconia, ma che in fondo non è una brutta sensazione. È vero.
È buio, fuori piove e ti faresti volentieri una tazza di caffe americano, ti raggomitoleresti su una poltrona e ti ascolteresti una canzone guardando la città che si bagna. Nei telefilm americani è un classico: lei è strafiga anche con la tuta sformata alla luce fioca di una abat jour, il momento è struggente, la città di solito è New York o Chicago, la musica è bellissima. Può essere l’inizio, la fine o anche il momento centrale della storia, ma è sempre la quiete prima o dopo la tempesta.
Ogni tanto vorrei sentirmi così, malinconica, strafiga, con una finestra su cui scendono gocce di pioggia da cui vedere la città.
La canzone che Giacomo ascolta è See you again.
Non ho il caffè americano, non sono strafiga e non ho una finestra sui tetti della città, ma è buio, fuori piove, la malinconia è la stessa e la canzone aiuta parecchio.
Sarà l’età, ma ti chiedi come sarebbe stato se avessi preso altre decisioni, che fine hanno fatto amici che non vedi da anni, che ne sarà di te, se la tua vita è proprio tutta qui.
Eppure di strada ne hai fatta parecchia da quando avevi 17 anni, da quando ti chiedevi se avresti mai trovato qualcuno disposto a ricambiare il tuo amore, se saresti riuscita a trovare un lavoro adatto a te, se saresti riuscita a costruire qualcosa, ad essere felice.
E adesso che ripensi alla strada fatta, a tutti i bivi dove hai dovuto scegliere, alle persone incontrate e che hai perso lungo la via, ti raggomitoli nella malinconia e ti perdi nei “come sarebbe stato se…”.
Ma comunque la giri, sai bene che qualunque strada avessi preso ti avrebbe portato qui, perché è qui che in fondo desideri essere.
E capisci che è questo il tuo privilegio, la tua fortuna più grande.
La canzone finisce e con le ultime note la malinconia se ne va. Non sono strafiga, non ho il caffè americano e la tempesta in fondo non c’è mai stata.