Feisbuc

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Prima o poi chiuderò la mia pagina Facebook. Dovrò farlo. Perché mi fa male. Mi fa male fisicamente.

I miei contatti sono al 99% tutte persone che conosco veramente, che hanno incrociato la mia strada almeno una volta in questi miei quasi 45 anni.

Sono persone che mi sono piaciute almeno un pochino altrimenti non avrei chiesto o accettato il loro contatto.

E mi fa male leggere certe cose, certi post che spesso vorrebbero essere divertenti eppure non lo sono affatto. Mi fa male vederli farsi abbindolare da certa propaganda basata sul nulla. Mi fa male vederli così sopraffatti dalla paura del prossimo al punto da alimentare e incoraggiare loro stessi la loro e l’altrui paura.

Ormai odio gli slogan e le frasi ad effetto, il qualunquismo di chi riduce in poche parole problemi complessi, la vita delle persone, la sofferenza della gente. Odio il ripostare notizie infondate urlate nella rete da siti del tutto inaffidabili. Ho visto postare come vere notizie provenienti da “il lercio”, ho visto rispondere “ va bè, ma tanto è così lo stesso” anche dopo essersi resi conto di aver preso un abbaglio grosso come una casa. Ho visto dare spazio e risonanza a bufale pazzesche con un solo click.

Rimpiango il food porn, le foto di piedi, i kilometri corsi, i selfie delle vacanze.
Perché cattiveria alimenta cattiveria.
Perché ormai FB è diventata una discarica di frustrazioni, odio e intolleranza.
Perché ormai siamo tutti allo sbando. Perché ci sentiamo legittimati e autorizzati a scrivere di tutto.

Io lo so, perché li conosco, che molti dei miei contatti sono meglio di quello che postano, perché sono sicura che se fossimo davanti a una birra in un locale non userebbero certe parole, magari la penseremmo in maniera sempre diametralmente opposta, ma potremmo parlare, confrontarci, e forse cambiare idea, vedere le cose da un’altra prospettiva. E non mi irriterebbero così tanto. Perché dal vivo un po’ ci si censura e questo aiuta il rispetto reciproco. Perché dal vivo almeno un pochino forse ci si ascolta. Davanti a una tastiera è più difficile limitarsi, anche se il buon senso vorrebbe il contrario, visto che quello che è stato scritto rimane e può diventare di dominio pubblico.

Questi dannati “mi piace” ci rendono forti, ci fanno sentire nel giusto, apprezzati, non ci mettono in discussione, ma al contrario, ci fanno pensare che siamo in molti a pensarla allo stesso modo e quindi siamo, appunto, nel giusto.

Vorrei tornare al Facebook di qualche anno fa, quello che mi permetteva di vedere come stavano persone a cui ho voluto bene, di avere informazioni che sui giornali non trovavo, di essere informata su eventi, novità, di conoscere più cose, modi di pensare diversi, altre prospettive.

Boh… Io intanto continuo a scrivere qui… Continuando a chiedermi dove ci porterà tutto questo…

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4 pensieri su “Feisbuc

  1. Ciao Anna, oggi sei troppo negativa. Facebook è facebook. Forse sei tu che lo hai caricato troppo. Le persone sono quello che sono al di là di facebook, forse facebook è più diretto e permette di scoprire altarini più facilmente e non credo che esso alimenti il male e se in ogni caso lo facesse alimenterebbe anche il bene, è direttamente proporzionale. Forse devi solo viverlo come un mezzo per comunicare e ricevere informazioni. Dai, togli l’amicizia a chi ti ha urtato, e domani è un altro giorno…

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  2. come al solito…. “spot on”. Ho scritto e pensato un post simile tante volte e nn ho mai avuto il coraggio di scriverlo. Per paura o per rispetto delle “amicizie”, pensando che in fondo chi conoscevo era sempre lo stesso, ed era il “media” usato che faceva travisare la situazione. O forse no…

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  3. Ciao Anna. in mezzo a tutto questo vedo di farti un regalo. Sarà una sorpresa per te, sono certo. Penso anche che ti possa rasserenare un po’e mostrandolo,raccoglierai un sorriso anche dai tuoi ragazzi . Ti chiedo un po’ di pazienza.

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