Io faccio parte di quella schiera di persone che quando legge un libro, non appena c’è un po’ di suspance, va a leggere la fine.
Sono tra quelli che prima di andare a vedere un film deve sapere se finisce bene o male, perché devo essere preparata. Io sono curiosa e ansiosa e le due cose insieme sono devastanti. Io devo sapere sempre come va a finire. Ed è per questo che io preferisco gli inizi.
C’è sempre un principio. Ogni catastrofe ha il suo inizio. Di solito sono piccoli segni, di solito sono indizi trascurabili. Non ci fai nemmeno caso.
Eppure è proprio lì che vorresti tornare quando ormai il danno è fatto, proprio lì, quando eri ancora in tempo per sistemare tutto. Un buchino si può riparare con un punto, un buco grande come un alluce ti fa buttare via la calza.
Riconoscere i segnali, i primi sintomi, sapersi fermare al momento giusto, farsi una risata quando ancora si è in tempo per poterci ridere su, prima che l’orgoglio abbia il sopravvento, prima che il rancore abbia il sopravvento, prima della paura.
Capire quando è il momento di non insistere, di fare un passo indietro, oppure capire quando bisogna farlo quel cavolo di passo.
Quante sofferenze in meno se si riconoscesse per tempo l’inizio del burrone.
Perché c’è sempre un principio.
La prima sigaretta, la prima parolaccia, il primo chilo in più sui fianchi, la prima alzata di spalle, la prima data non rispettata, la prima maglietta indossata non stirata. Il primo vaffanculo.
C’è sempre un principio.
Anche le cose belle hanno sempre un principio. Il primo sguardo, il primo bacio, il primo giorno di lavoro, il primo giorno di vacanza, il primo test di gravidanza, la prima pagina di un libro, la sigla iniziale di un film, la prima parola su un foglio.
E sono questi gli inizi che danno un senso a tutto quello che viene dopo. Ed è qui che bisognerebbe tornare quando lungo la strada l’entusiasmo si affievolisce, la stanchezza ha il sopravvento. Perché la nostalgia può essere dolce, può curare la ferite, riportare a quello che si era per ritrovarsi in quello che si è.
Vorrei avere cura di tutti gli inizi passati e vorrei essere abile a riconoscere tutti quelli nuovi. Perché c’è sempre un principio e comincio a pensare che di ogni cosa, sia bella sia brutta, sia proprio il principio la parte più preziosa.
Sono d’accordo. L’inizio è una parte importantissima, quando tutto è ancora da scrivere 🙂
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