Partono, studiano, si innamorano, soffrono, lottano e non si arrendono. Vorrebbero poi però un giorno tornare e godere di quello che hanno conquistato. Perché l’Italia gli sta stretta, ma vorrebbero indossarla come un guanto quando la biologia fa venir voglia di radici e ci si stanca di sentirsi stranieri. Ma raramente ci riescono.
Sono belle persone, non solo cervelli in fuga. Sono più di un master, più di un dottorato. E sono così tanto italiani. E ci si sorprende quasi che questa Italia malandata, così ottusa, corrotta, mafiosa, provinciale, gretta, sia ancora capace di generare e formare anime belle.
Peccato sia stato un funerale a mostrarcelo.