La casalinga che è in me

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Capita che ti ritrovi in un periodo di pausa dal lavoro.

Ti dici, perfetto, posso sistemare due o tre cose in casa, rammendare vecchi pantaloni scuciti, dare fondo alla cesta dei panni da stirare, spostare qualche mobile, dare l’antitarme al mobile in soggiorno, cucinare, andare dal parrucchiere, dall’estetista, dalla manicure.

Poi però, la mattina, dopo aver portato il terzogenito a scuola, riprendi la strada di casa che però improvvisamente ti sembra lunghissima, arranchi fino alla porta, la apri, e ti ritrovi le tazze della colazione sul tavolo, la lavatrice che suona per avvisarti che è pronta a partorire il suo carico di panni da stendere, i letti sono tutti da rifare, l’asse da stiro troneggia nel soggiorno esattamente dove lo hai lasciato il giorno prima, i bagni portano i segni di chi si è lavato malvolentieri e mezzo addormentato la mattina presto, il sole primaverile che entra dalle finestre aperte ti mostra senza pietà la polvere già sui mobili e quella che mollemente volteggia pian piano nell’aria e che ben presto si depositerà un po’ ovunque.

Sai bene che lo spirito giusto sarebbe quello di rimboccarsi le maniche, ma visto che la forza ti manca, decidi che un caffè sarebbe d’aiuto. Ma quando realizzi che i fornelli puliti solo la sera prima portano già i segni di una colazione fatta in fretta e maldestramente, senti lo sconforto della casalinga che pian piano risale dallo stomaco.

E allora decidi che per ingannare l’attesa del borbottio della moka potresti leggere qualche notizia sull’ipad, così, solo per rimanere informata di quello che succede nel mondo.  Quello che leggi non ti piace, la testa comincia a fare ragionamenti, comincia a parlare e a discutere da sola e proprio quando i tuoi neuroni stanno per mettersi a litigare tra loro, i tuoi recettori olfattivi ti comunicano che il caffe è pronto.

Molli tutto, raccatti una tazzina pulita e temporeggi sorseggiando il caffe, sperando che ti dia la forza di alzarti e andare a fare quello che la casa ti chiede. Ma la consapevolezza che tutto quello che farai tra 24 ore sarà da rifare ti toglie le energie e così inizia la contrattazione con il tuo senso del dovere: ok, pulisco i bagni e rifaccio i letti, poi però mi riposo; va bè, il pavimento è decente, quello lo lascio per domani; i fornelli li faccio dopo pranzo, ma l’aspirapolvere è proprio necessario ora; va bene, adesso posso stendere, poi però mi siedo un attimo sul divano, magari prendo ago e filo e rammendo qualche tuta o qualche calza.

Ed è esattamente quando appoggi il tuo deretano sul divano che commetti l’errore: vedi il telecomando e lo usi.

Fine.

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2 pensieri su “La casalinga che è in me

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