Quando il 19 luglio 1992 al campo degli scout arrivò la notizia dell’assassinio di Paolo Borsellino, un ragazzino con l’ingenuità e l’ignoranza dei suoi 14 anni esordì con un inquietante “e chissenefrega, che si ammazzino tra di loro ‘sti siciliani mafiosi”. Era l’anno di mani pulite, del crollo dei partiti della prima repubblica, dell’ascesa di Bossi e del suo “membro” duro, del “Roma ladrona”, dell’esaltazione dell’efficienza lombarda e l’invocazione della scissione della Padania dal resto d’Italia. I nemici erano i terroni che venivano al nord a rubarci il lavoro, dei romani che rubavano e sperperavano i soldi delle nostre tasse, dei siciliani tutti mafiosi. Dall’alto dei suoi 14 anni, ‘sto ragazzino magrolino non aveva capito niente, si era lasciato convincere da un urlatore di piazza che gli indicava un nemico facile da individuare. Non aveva avuto il tempo, la voglia, gli strumenti e la curiosità per capire che cosa stesse succedendo veramente. L’urlatore di piazza parlava chiaro, conciso, semplice: nord lavoratori buoni e onesti, sud scansafatiche mafiosi. E lui, con poca voglia di studiare, di conoscere, di far funzionare nel senso giusto quella sua intelligenza che comunque aveva, non aveva gli strumenti per capire e infatti non aveva capito niente.
Quell’estate fu anche la prima della guerra in Bosnia. Facevamo il bagno sull’adriatico senza capire bene cosa succedesse dall’altra parte, chi fossero i buoni e chi i cattivi, solo rammaricandoci di non poter andare in Jugoslavia a fare le vacanze in posti belli ed economici. Negi anni a venire avremmo cominciato a sentir parlare di musulmani, serbi, bosniaci, croati, genocidi, pulizia etnica… Ma, siamo sinceri, pochi di noi hanno ben chiaro anche adesso che cosa successe, chi furono le vittime e chi i carnefici. Insomma, se vi chiedessero a bruciapelo se i serbi erano buoni o cattivi e se erano musulmani o no, quanti di voi saprebbero rispondere? E i bosniaci?
Sono passati 24 anni. Il quattordicenne di allora ha già due figli ormai grandini, si va in vacanza in Croazia perché il mare è sempre bello anche se non è più economica come una volta, l’urlatore si è ritirato a vita privata dopo alcuni scandali ed è stato sostituito prontamente da un altro predicatore. Che però non se la prende più con Roma ladrona, i siciliani mafiosi e i terroni. Anzi. In 24 anni i confini sono stati allargati. I nemici invasori parassiti delle nostre ricchezze e minaccia del nostro benessere non sono più meridionali arrivati al nord alla ricerca di fortuna e lavoro. Ora i nemici sono gli stranieri provenienti da Africa e Asia. Non si invoca più l’indipendenza della Padania, ma si chiede la scissione dell’Italia dall’Europa. Peccato solo avere tutte ste cavolo di coste, non si può mica erigere un muro come fanno gli altri, quelli che “sì che sanno come si fa”… I toni però sono gli stessi di 24 anni fa, anche se sono cambiati i modi e gli strumenti: il popolo di verde vestito non si ritrova più sulle rive del Po, ma su Twitter, non urlano più frasi semplicistiche per problemi complessi, le digitano in un italiano approssimativo sui “social”.
Adesso però non c’è più distinzione tra meridionale e settentrionale: adesso siamo tutti Italiani! WOW, che conquista!
Ok… ma ogni tanto io mi chiedo… ma la mafia, che fine ha fatto?
La mafia non esiste, ed in caso, uccide solo d’estate. La ricordo come fosse ieri quella notizia.
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Abbiamo sempre bisogno di capri-espiatori per non assumere o riconoscere le nostre responsabilità. Complimeti per il tuo blog!!! Nel contesto in cui viviamo non è facile condividere certi pensieri a cuore aperto!
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