Mi chiamo Anna.
Ho 46 anni, tre figli e un marito.
Faccio un lavoro che amo ma che qualche volta odio. Sottopagato e sottovalutato.
Soffro di sindrome di Stoccolma nei confronti della casa editrice per cui lavoro e sono bipolare nei confronti dei colleghi: li critico, li difendo, li comprendo, li giudico. Spesso tutto questo nell’arco della stessa giornata se non addirittura della stessa conversazione.
Ho una passione malsana per Maria De Filippi, detesto Salvini e Grillo, sono alla ricerca disperata di qualcuno da votare che faccia politica seriamente, senza urla, senza frasi fatte, con com-passione.
Preferisco gli ingenui agli scafati, sono più a mio agio nei quartieri popolari, mi piacciono le comodità.
Sono pigra, procrastinatrice, ansiosa.
Detesto i gruppi Whatsapp, soprattutto quelli dei genitori, ma non mi tolgo perché sono pettegola e un po’ masochista.
Detesto chi mi fa la predica, chi ha capito già tutto, chi ha le soluzioni in tasca, chi fa di tutta l’erba un fascio. Soprattutto il fascio. Dell’erba non so: potendo scegliere ho sempre preferito un buon bianco a uno spinello.
Mi piace viaggiare ma solo se è tutto organizzato da qualcun altro.
Vorrei capire chi parla inglese, vorrei capirlo bene, senza difficoltà.
Vorrei avere vicini di casa più simpatici.
Mi piace il blu, il cioccolato, il prosecco, la pasta al ragù.
Ok.
Ogni tanto mi fa bene ricordare chi sono.