Tra l’ansia e la Grecia

Per le persone ansiose le vacanze non sono mai sinonimo di “riposo”. La persona ansiosa la riconosci perché è quella il cui più grande desiderio prima di partire, è quello di tornare. Le persone ansiose, mentre aspettano di salire su un traghetto, guardano con invidia quelle che scendono già abbronzate, rilassate, con quell’andatura “take it easy” e in cuor loro dicono una piccola preghiera affinché la nave non affondi, non gli venga rubato nulla, non perdano nulla, nessuno si faccia male, non succeda nulla alla casa rimasta al caldo, che i posti prenotati siano effettivamente prenotati, che siano decenti… insomma, qualsiasi cosa affinché tra una decina di giorni anche loro possano scendere da questa benedetta nave abbronzati, rilassati, “take it easy”.

Le persone ansiose mentre aspettano di salire sulla nave pensano se hanno chiuso la casa, se hanno chiuso bene i rubinetti. Che forse era meglio chiuderla proprio l’acqua, ma forse no visto che la signora andrà a pulire e forse era più rischioso lasciare a lei il compito di aprire e chiudere. Il ferro l’ho staccato, ne sono certa. Chissà se ho preso tutte le bozze che mi servono per lavorare. Va be, senza computer combino poco… quando torno dovrò correre… avrò messo tutto nella valigia? Sicuramente qualcosa lo avrò dimenticato. Ma perché accetto sempre queste vacanze itineranti? Ma non si può andare in un solo posto, magari con cena, pranzo e colazione incluso, di quelli che ti recuperano all’aeroporto con il cartello e poi puoi buttare il cervello nel primo cestino? Perché mi ostino a far credere che anche secondo me le vacanze un po’ randagie sono le più belle. Forse in effetti era meglio andare in aereo. Ma forse no: almeno ho potuto portare più roba. Oddio forse ho dimenticato qualcosa, ma non mi viene in mente cosa…Insomma, Io sono una persona ansiosa!

Quest’anno pensavo di stare meglio, mi sembrava di aver scampato l’ansia da partenza, mi sentivo così tranquilla, serena. Andiamo in Grecia. Cazzarola vanno tutti in Grecia, posso farcela anche io… è vero, ci vado con trent’anni di ritardo perché in Grecia si va a 18 anni con gli amici, ma pazienza. E poi se ci vanno i diciottenni, posso farcela anche io. Dai, l’anno scorso ho sbarellato prima di partire, ma andavo in Africa! Quest’anno ero rilassata, lo giuro. Anche se l’anno scorso mentre eravamo via la casa ci si è allagata. Nonostante il parquettista si sia palesato dopo un anno (si, perché noi ansiosi tendiamo a rimandare quello che ci mette ansia), esattamente quattro giorni prima della partenza e che dopo aver sollevato il pavimento di mezza camera, abbia sentenziato “ancora umido, torno a settembre”. È così le valige sono state fatte facendo lo slalom tra i mobili della camera spostati in sala, saltando i punti dove il pavimento è stato tolto, circumnavigando il tavolo del soggiorno diventato momentaneamente il mio tavolo di lavoro con bozze ovunque. Ero rilassata nonostante la settimana più calda nella storia di Milano. Nonostante tre figli in casa accaldati che pur di aver un po’ di fresco del condizionatore stanziavano in soggiorno, tra i mobili della camera ammassati, le mie bozze e me che cerco di lavorare per consegnare le ultime cose prima della partenza. Credevo di essere tranquilla, finché decido che se voglio raggiungere il bagno senza rompermi una gamba qualcosa deve andare in cantina. E così organizzo una spedizione con figli maschi appresso. Già sul pianerottolo la mia sanità mentale vacilla: lo sbalzo di temperatura manda in pappa il cervello dei minori e già entrare nell’ascensore in tre con due scatoloni pesanti diventa un’impresa. Anche perché la giovane prole sentenzia che gli scatoloni sono troppo pesanti e che quindi devo portarmeli io. Ho troppo caldo per chiedermi a questo punto perché me li sto portando dietro ma in qualche modo raggiungiamo la cantina. Ormai sudata e innervosita, capisco che sto per cedere quando percepisco che la mia voce sta diventando sempre più stridula. Ma è lo sforzo per mettere uno scatolone ultrapesante nello scaffale più alto a sentenziare il tracollo. Perché nello scaffale più basso, quello più comodo per infilare lo scatolone, c’è la canoa, quella gonfiabile, quella che poi avrebbe occupato mezzo bagagliaio, quella per cui devo pensare bene a cosa portare perché “tutto non ci sta”, quella che io non uso perché non so notare. Ed è quando finalmente riesco a sollevare lo scatolone in alto rendendomi drammaticamente conto che non ci sta, che cedo. E dopo aver insultato i miei figli che assistono alla scena con quello sguardo che solo l’adolescenza e i 40 gradi riescono a creare, me ne esco con un solenne “ma va a fan culo voi, ‘ste ferie e sta canoa di merda”. E mentre mi lascio andare ad altre espressioni colorite, dando libero sfogo a quell’ansia che c’era e che c’è sempre stata, si palesa dal nulla il vicino di casa con il figlio. Tranquilli, rilassati, freschi. Il padre ordina al figlio di andare a prendere l’altra scatola che ho lasciato sulle scale per aiutarmi, il giovane solerte ubbidisce, e la porta giù senza il minimo sforzo e il minimo lamento, mentre i miei di figli rimangono schiacciati nella cantina guardando con indifferenza la scena e continuando a farsi i dispetti. A quel punto il vicino se ne esce con un “allora, quando partite? Dai coraggio, manca poco..” E io capisco che mi sta prendendo per il culo.

Quindi adesso sono qui, davanti a una nave che vorrei non affondasse, sperando che l’appartamento affittato a Atene non sia di proprietà di jack lo squartatore e che l’isola dove andremo non sia il rifugio di hippy nudisti ultimi sostenitori del sesso libero in spiaggia. Poi arriveranno gli amici e il viaggio continuerà con loro, e spero che per allora la Grecia faccia il suo miracolo e si porti via quest’ansia di merda.

Buone vacanze a tutti.

Ps: Dicono di non dire mai su internet quando si è via, per cui adesso ho l’ansia. Volevo quindi avvisare i ladri che a casa mia ci sarà sempre qualcuno ma soprattutto che è pericoloso entrarci, si rischia di farsi del male e comunque non c’è una mazza da rubare…

Pubblicità

4 pensieri su “Tra l’ansia e la Grecia

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.