Quei due lì

Non è facile essere mio marito.

Lo so. Ho l’umore instabile, vivo con i miei fantasmi che vanno e vengono.

Sei entrato nella mia vita quando io ormai avevo deciso che sarei rimasta zitella. La prima volta che ti sei fatto avanti ti dissi “senti gioia, mi spiace, non è cosa…” E tu anziché rimanerci male, parvi sollevato. Ma come? Ti sto dando picche e a te non te ne frega niente? Ma sei rimasto lì. Aspettasti. Tranquillo e sereno, tu c’eri senza esserci. Aspettasti che io facessi pace con me stessa e quando fu il momento, tu c’eri.

Ed è ancora così.

Io ogni tanto sbarello, e tu rimani lì. Non ti spaventi. Aspetti che passi la burrasca e poi mi fai ridere.

Stiamo insieme da così tanti anni e non sempre è facile. Qualche volta fa bene uscire a farsi un giro, prendere aria. Giusto il tempo per ricordarsi perché stiamo insieme e tornare a casa con il gelato.

E ricordarsi chi eravamo: due ragazzetti impacciati a cui bastava guardarsi per togliersi il respiro.

È ancora così. Basta guardare bene: sotto la tua giacca, i miei chili di troppo, i capelli grigi (che però a te stanno bene), lo stress del lavoro, le preoccupazioni per i figli, il tuo carattere di merda e le mie crisi isteriche…

Nonostante le apparenze, siamo ancora quei due lì.

gio 1

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