Il tarlo

Una mattina ti svegli e capisci che ti sono più vicini i cinquanta dei quaranta.

Cerchi di non farci caso, prenderla con filosofia, ma si insinua nel tuo cervello quel piccolo tarlo che chiamano mezza età.

Il tarletto comincia a lavorare di solito dopo i quaranta. All’inizio è silenzioso, quasi non te ne accorgi. Compri la tua prima crema idratante, fai la prima tinta ai capelli, così, solo per vedere come stai, cominci a stare un po’ più attenta a quello che mangi. Dici a te stessa che stai solo prendendoti cura di te.

Poi c’è chi comincia a correre. Chi si fa l’amante e chi la cucina nuova. Chi si iscrive in palestra e chi a tinder. Chi smette di fumare. Chi diventa vegano. Chi si getta nel volontariato e chi nello shopping. Chi cambia casa e chi compra un biglietto per quel posto dove ha sempre sognato andare. Chi aderisce a tutte le campagne di screening per la prevenzione di qualsiasi tipo di tumore e chi diventa ipocondriaco.

È inutile girarci intorno… quello che succede è che nel tuo cervello fa la sua comparsa lei… La chiamano crisi di mezza età, ma in realtà non è altro che lei: la paura di morire.

Si manifesta in varie forme, non sempre è così esplicita, non sempre è riconoscibile. Può arrivare in un camerino di un grande magazzino, quando indossi quella maglia che tanto ti piace ma nello specchio la tua immagine riflessa non è altro che un salame insaccato. È quella tristezza malinconica che ti prende certe sere senza un vero motivo.
È il ragazzo che sul tram ti cede il posto.
È comprare il biglietto per il concerto del cantante che ti piace da sempre e sorprenderti poi nel palazzetto di essere circondata solo da gente con i capelli grigi. È commuoverti davanti alle foto di te ventenne.

È sedersi sul divano, guardarsi intorno e chiedersi: ma allora è tutto qui?

In cuor tuo sei felice della vita che hai, ti piace la gente che vedi ogni giorno, ma l’idea che ormai i giochi siano fatti e che non ti rimanga che proseguire per la strada che ti sei scelto, sì, insomma, un po’ un senso di vertigine lo dà…

Poi però ti rialzi, vai dal parrucchiere, compri un nuovo paio di pantaloni, compri a un prezzo assurdo le carote biologiche, organizzi il prossimo weekend, fai nuovi progetti lavorativi… e tutto torna sereno: le tue rughe ti piacciono, quasi quasi trovi anche simpatica la vicina di casa e i suoi gatti.

Ti riscopri super fortunata ad essere circondata da gente che ti vuole bene, ad avere una casa, una famiglia, tanti amici.

La vita che fai riprende il suo giusto sapore di conquista e non di prigione, come il tarletto bastardo vuole farti credere ogni tanto.

La produzione anche quest’anno volge al termine, i libri pian piano stanno andando in stampa, i panni da stirare mi aspettano, Maria Defilippi c’è.

La vita va avanti ed è bellissima.

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