Come Pasolini e la Fallaci

Una cena tra amici. Che non sono in realtà propriamente miei amici ma mi piacciono. Un’occasione per me sempre più rara per poter parlare di politica, di fede, di lavoro in un modo non banale. Torno a casa con un sacco di pensieri per la testa.

Penso a quando da ragazzi sognavamo un mondo più giusto per tutti. A come poi è arrivata la vita vera, e ho scoperto che quello che molti sognavano era un mondo più giusto per se stessi. Solo per se stessi.

Ho amici che parlano di tasse come neanche un impiegato delle agenzie delle entrate. Che snocciolano teorie economiche complesse con una capacità di sintesi pazzesca. Al giorno d’oggi il corso di economia su Facebook va per la maggiore. Dopo quello di medicina e di scienze nutrizionali, ovviamente. Anche se riscuote un buon successo anche quello di pedagogia, psicologia e sociologia. La letteratura, la poesia e la filosofia ci sono ma sono state frammentata in aforismi: puoi leggere Nietzsche e Ada negri, ti puoi imbattere anche in Catullo, Sandro Penna, e Pasolini. E l’immancabile Oriana. L’importante è che il verso o la frase non sia più lungo di quattro righe, altrimenti non ci sta tutto nell’anteprima della home. Ma è quanto basta per poter dire “eh, Pasolini era un grande…”, “eh, la Fallaci sì che aveva capito tutto…” Pasolini e la Fallaci… con la stessa scioltezza con cui io passo dalla Nutella al pane e burro e marmellata.

Siamo nell’era della semplificazione. L’autodidatta va per la maggiore. Non c’è più bisogno di maestri: diffida, diffida sempre… della maestra, del professore, del medico, del giornalista, del commercialista… del politico… tutti incompetenti. Non sei ignorante! È il lato oscuro che vuole fartelo credere. Tu hai capito tutto, perché tu sei furbo, sei scaltro. È tutto semplice, sono loro che vogliono farti credere che è complicato. e se c’è qualcosa che non capisci, te lo spiego io, semplice semplice. Fidati di me. Faccio politica, ma tranquillo, non sono un politico. Non ti preoccupare, ti spiego tutto in quattro righe, non di più. Non farai fatica. Ci penso io. La sintesi è: gli altri ti vogliono fregare, ti stanno fregando. Tu affidati totalmente a me. Ti dico io cosa dire, quando dirlo, ti spiego io come gira il mondo, chi sono i cattivi e chi sono i buoni, e qualsiasi cosa succeda non ti preoccupare, hai ragione tu, perché tu ti fidi di me, ed io, si sa, ho sempre ragione. Il dissenso non è contemplato. O dentro o fuori. Il dissenso, le correnti, il dibattito sono da sfigati. Spargi il tuo verbo a casaccio su Facebook, insulta pure chi non la pensa come te, perché, ricorda, tu hai ragione!

Porca miseria… e a me che invece discutere è sempre piaciuto un sacco, dove vado adesso? a me che cambio idea abbastanza facilmente? A me amante del gossip, a me che quattro righe non bastano? A me che l’amicizia tra Pasolini e la Fallaci ha sempre affascinato perché non ho mai capito come potesse esistere ma il solo fatto che esistesse tra due personalità così complesse me li ha sempre fatti stimare un sacco entrambi? A me che di economia non capisco un cazzo, non ho mai capito un cazzo, ma mi piace la storia della gente, mi piacciono le persone, si, anche i rom, anche gli stranieri, come faccio? A me che piace ascoltare chi può insegnarmi qualcosa, che rimango affascinata da chi ha studiato bene bene un argomento specifico e me lo racconta, come faccio? Perché la scuola della strada rende affascinanti, certo, ma io a rimanere zitta e a farmi spiegare la vita da chi ha studiato solo lì proprio non ce la faccio…

Io voglio persone di spessore, persone che mi insegnino qualcosa innanzi tutto con la loro vita, certo, ma voglio fidarmi di chi ha studiato, di chi ha speso tempo ed energie ad approfondire, di chi ha viaggiato. Io non voglio studiare economia, io voglio che mi governi uno che l’abbia studiata. E che sia bravo in quello che fa, anzi bravissimo.

Io voglio che mi governino persone eccezionali, non delle “brave” persone. Voglio che mi governino persone che hanno a cuore le persone, tutte le persone e non solo certe categorie. Che siano capaci di commuoversi difronte alla sofferenza, che sentano la responsabilità di questa sofferenza, a chiunque appartenga. E che sappiano riconoscerla, la vera sofferenza. Che abbiano a cuore il bene comune e non il proprio ego o, peggio ancora, il proprio portafoglio. Che siano capaci di compromesso ma che abbiano idee e principi irrinunciabili. E voglio sapere quali sono, voglio che me li dicano.

E con la testa piena non riesco a dormire…

Va be’, andrò su Wikipedia a cercare notizie su Oriana e PPP, di loro so pochissimo.

Oppure vado un po’ su Facebook a vedere come state…

per dormire c’è tempo.

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4 pensieri su “Come Pasolini e la Fallaci

  1. anche a me piace discutere in modo non banale, e qualche volta lo faccio con le persone che mi sono scelto e con fatica tengo accanto a me coltivandone la relazione. La vita non è parca di persone interessanti, solo non dobbiamo cercarle nel posto sbagliato (fb può esserlo se voglio discutere, ma per trovare è un posto ricco: annamaria testa un blog per tutti, rivista studio, internazionale). sono meglio quelle di persona perchè una foto di un calice di vino non restituisce tutto il piacere sperato se non dal vivo 🙂

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    • grazie! è esattamente quello che volevo dire! Ci sono un sacco di persone interessanti, bravissime nel loro, anche in politica. Anche con pensieri diversi e contrastanti. e mi spiace quando ad avere spazio sono solo quelli bravi a fare slogan e ricettine pronte, perché banalizzano le fatiche della gente, le strumentalizzano e se ne appropriano con un pressappochismo umiliante.

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