Tetris

E rieccoci. Puntuale è tornata. L’ansia. È qui con me e visto che non se ne vuole andare e io di conseguenza non riesco a dormire, ve la descriverò.

L’ansia si posiziona generalmente tra l’ombelico e lo sterno. Sta lì, preme un po’ sullo stomaco, un po’ sull’intestino, un po’ sul cuore e un po’ sui polmoni. È direttamente collegata al cervello che a seconda dei pensieri che fa, invia delle scariche elettriche e lei, l’ansia, come reazione, sobbalza colpendo come una pallina del flipper prima il cuore, poi lo stomaco, poi i polmoni per ricadere infine sull’intestino.

Il risultato è il cuore che va a mille, il respiro che si affanna, lo stomaco si contrae e infine senti una fitta al basso ventre.

Di solito l’ansia arriva quando devo prendere delle decisioni, quando mi sento vittima inerme di un’ingiustizia, quando comincio a fare il punto della situazione del lavoro, quando non sto bene.

I pensieri che possono scatenare tutto questo sono i più disparati: le date di consegna dei lavoro, la scuola dei ragazzi, qualche cosa che si è rotto in casa e che necessita un tecnico, le urla della vicina, qualcosa che ho detto o che ho fatto che sarebbe stato meglio di no, quand’è che ho fatto l’ultima volta gli esami del sangue?

Quando parte l’ansia ormai la riconosco, e mi viene il nervoso perché so che è del tutto inutile di notte, perché tanto non posso farci niente, perché so che domani mattina rivedrò tutto dalla giusta distanza.

E così comincio a cercare di controllare il respiro, penso a cosa succederebbe se dovesse andare tutto nel peggiore dei modi, se le conseguenze sarebbero sopportabili. La risposta è sorprendentemente sempre “sì”. Sopravviverò!

Me lo ripeto come un mantra.

Poi vado a fare la pipì, prendo il telefono e gioco a tetris. Fisso le forme che si incastrano perfettamente e il cervello si spegne. Altro che ansiolitici.

Andrà tutto per il verso giusto è tutto si incastrerà alla perfezione.

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4 pensieri su “Tetris

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