Siamo a tavola. Oggi la nonna non c’è e così ce la caviamo con un pranzo salutare a base di mozzarella, bresaola, tonno, insalata, pomodorini. E le uova sode, perché non si dica che io non cucino niente. Insomma siamo lì, e tra un “passami il sale” e “prendi l’olio” lui se ne esce con “mamma, ma come funziona la frizione?”
Lo guardo, trattengo l’impulso di rispondere “e io che cazzo ne so” perché sono la mamma, non dico parolacce, devo essere gentile, accudente e devo essere orgogliosa della loro curiosità.
Così cerco nei cassetti del cervello i ricordi di trent’anni fa, quelli della scuola guida e dei quiz, e me ne esco con “serve per staccare il motore mentre cambi la marcia”. Mi guarda perplesso e mi dice “che cavolo significa che stacchi il motore? E cosa succede quando cambi la marcia?”
Ora, gioia della mamma, ma secondo te io che cosa ne so? Alla pratica dell’esame di guida la prima volta mi hanno anche bocciato. Guido da trent’anni, non benissimo, lo ammetto, ma comunque guido senza sapere esattamente che cosa sia la frizione. So che, quando faccio le partenze in salita in montagna, se sento puzza di bruciato significa che la sto uccidendo sta benedetta frizione, ma io di più non so. Sto mangiando un’insalata in busta con una mozzarella industriale e del tonno in scatola greco avanzato da quest’estate. Capisci anche tu che la giornata è già faticosa così.
E lo dico. Il mio solito spazientito “senti, non lo so”.
E mi becco il suo solito “e ma non sai mai niente!”
Ecco, in 17 anni abbondanti della mia esperienza di madre mi sono state rivolte le domande più varie, dalla mitologia greca ai principi della termodinamica. Quanto è distante la Luna? Come funziona Edmodo? Quanti anni aveva John Lennon quando è morto? Quando è caduto il muro di Berlino? Chi ha ucciso Falcone? Che cosa c’è dopo la morte? Chi vince tra un coccodrillo e un orso? Che cosa succede se non mi lavo per un mese?
Tutto bellissimo se non fosse che io ho la pazienza di un milanese che aspetta l’ascensore. E così alla seconda domanda di fila di cui ignoro la risposta o che non capisco proprio, rinnego tutti i miei principi femministi come neanche San Pietro la notte del venerdì santo e cerco di uscirne con un bel “chiedi al papà stasera” di cui sarebbe fierissima Costanza Miriano.
Sì perché “il papà”, lui, è molto più bravo di me. Lui risponde a tutto, sempre, in modo dettagliato ed esaustivo. Perché lui li prende per sfinimento: che sappia o no la risposta, lui parte da Adamo ed Eva e va avanti finché non desistono, e questo avviene spesso prima che lui arrivi al punto. E già, perché la capacità di attenzione di un millennial è di 10 minuti, e così di solito se la cava in fretta. Ed ottiene anche l’effetto desiderato che prima di chiedere a lui ci pensano due volte. E quindi chiedono a me.
Ora, io dico, stellina, hai in tasca un affare che ti basta sfiorare per avere accesso alla treccani, a qualsiasi manuale di fisica, alle news del Vaticano, a tutti i manuali di guida, puoi leggere l’Odissea, la Bibbia, La divina commedia. Ci trovi anche le istruzioni per costruire una bomba, che forma ha la cacca dell’elefante e sapere in tempo reale che tempo fa a Livigno.
Ma perché chiedi a me?
E niente… mi hanno detto che è più bello chiedere alla mamma.
Sono sadici.
Wikimamma.