Elogio dello sfigato: Sanremo, Pinguini ed io

I miei amici ormai conoscono da tempo il mio amore insano per i Pinguini Tattici Nucleari.

Mi piacciono tanto, un sacco. E ieri sera ero in ansia come lo si può essere per un figlio prima di una versione di greco: “e se cantano una cagata bestiale?”

E invece li ho amati ancora di più. Poi stamattina ho visto il video che hanno fatto per questa canzone ed è stata la conferma di amore ben riposto.

Prima di loro già Cremonini con “Nessuno vuole essere Robin” ne aveva parlato, e loro con la loro “Ringo Starr” tornano sul tema: anche se non sei il più grande, puoi essere speciale. Ma se Cremonini alla fine ha fatto una canzone malinconica e struggente, loro si sono divertiti un sacco. Cavoli, in un’epoca in cui sembra che solo se sei fuori dal comune potrai farcela, che solo i grandi sono grandi, arrivano loro, sciammannati bergamaschi figli di oratori e sagre, a dimostrare come l’essere normali può essere dannatamente divertente. Senza ansia di prestazione, con la consapevolezza dei propri limiti, si può essere felici. La bellezza dell’essere speciali anche se non si risplende. Il talento del non prendersi troppo sul serio, di godersi la vita e tutto quello che di bello regala. E pazienza se non tutto va come vorresti, se c’è sempre qualcuno più bravo di te, più carismatico, più talentuoso, che ha più successo, più riconoscimenti. Pazienza se la versione di greco va male.

Chissà se dureranno o se saranno una parentesi divertente. Ma in fondo chissenefrega. Ricordo ancora un’intervista di Red Ronnie durante quello che fu il Roxy Bar, a un Jovanotti giovane e discusso. Red gli disse che molti critici lo reputavano una meteora, un fenomeno temporaneo di inizio anni Novanta. Jovanotti rispose che non capiva perché tanti critici musicali si preoccupassero per lui: in quel momento piaceva, faceva stare bene le persone, che lo prendessero per quello che era in quel momento, il futuro era solo un suo problema.

Io da quella intervista cominciai a vedere Jovanotti sotto una nuova luce, io che proprio non capivo l’entusiasmo delle  ragazzine e dei ragazzini che aspettavano ore davanti alla discoteca Rolling Stone a Milano dove lui faceva le sue “feste” i sabati pomeriggio di fine anni Ottanta, ripetendo fino alla noia “È qui la festa?”

Essere speciali significa fare quello che piace, cercando di farlo al meglio, sinceramente, non per avere successo e fama, ma solo per il gusto di divertirsi riconoscendo il grande privilegio di poterlo fare. E questo alla gente piace. Dai, ci siamo tutti un po’ commossi vedendo Sabrina Salerno tornare su quel palco come un’icona. Sabrina Salerno, non so se mi spiego.

Ieri sera ci sono stati cantanti bravissimi, con canzoni di valore e voci bellissime, come per esempio Tosca. Ma alla fine va bene essere anche Ringo Starr. Leggo sempre con curiosità le recensioni di Michele Monina, critico musicale spietato con una avversione per tutto ciò che piace alla gente, ma un amore spropositato per un tipo di musica che io non capisco e che non mi dice niente. Grazie a lui ho cominciato ad amare Emma Marrone, a stimarla un sacco: ogni volta che lui la distrugge dall’alto della sua competenza, io la amo sempre di più. Monina oggi ai Pinguini ha dato 5 con questo commento: “Ormai lo abbiamo capito, ogni Festival deve avere il proprio momento simpatia. Stavolta tocca a loro, la band dal nome difficile da memorizzare. Una canzone dedicata agli sfigati, che però non è che sia proprio un capolavoro. Occasioni sprecata.

Chissà, molto probabilmente ha ragione lui, ma la vita è fatta anche di non “capolavori”, occasioni sprecate ed è piena di sfigati. I capolavori ci sono e vanno apprezzati, ma ogni tanto mentre li ascolti, anche se ti vergogni ad ammetterlo anche a te stesso, senti una vocina dentro di te che dal profondo ti sussurra “bello… sì… ma che palle”. In una loro canzone i Pinguni cantano che “le canzoni tristi sono come caramelle date dai dentisti”, e direi che con questo hanno detto tutto.

Ho letto quello che faranno la sera dei duetti: ho l’ansia come prima di un compito di fisica.

 

 

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