Sarà l’autunno, sarà l’ansia da pandemia, sarà che ho ricominciato a lavorare tanto, sarà che quando cerco foto o lavoro sugli impaginati posso anche ascoltare la musica, sarà la malinconia che mi hanno regalato i miei cinquant’anni, sarà che ho figli di diciassette, diciotto e quasi tredici anni… sarà colpa di Spotify che ogni tanto azzecca il tuo stato d’animo… fatto sta che qualche giorno fa sono entrati nelle mie orecchie i Kodaline, gruppo irlandese di cui ignoravo l’esistenza. Ed è arrivata una canzone, “High hopes”. Il video ha come protagonista un attore attempato ma strafigo, e nemmeno lei è giovanissima, ma bellissima. Il video inizia con un tentativo di suicidio e si conclude con due sanguinanti sull’asfalto, tanto per inquadrare il feeling… comunque, sarà che mi ha dato sollievo vedere una storia d’amore che non ha come protagonisti sgallettati che ormai guardo solo con sguardo materno, ma erano anni che non ascoltavo una canzone a ripetizione, senza riuscire smettere. La musica si è rimpossessata di me. Non so se a voi succede, ma certe volte mi entra proprio nella pelle, nel cervello, batte proprio come il cuore. Saranno gli accordi in minore, sarà il basso, sarà la ballata, ma tutto quello che vorrei è sapere bene l’inglese per cantarla a squarciagola, su una spiaggia, in montagna, davanti a un fuoco, con qualcuno che la canti con me con lo stesso entusiasmo.
Sarà un lungo inverno, ci sarà bisogno di un sacco di musica.