In questa estate 2021 per me disastrosa che finalmente giunge al termine, quello che sicuramente se l’è goduta tutta è stato il cane. Quindici giorni in campagna con i suoceri, libero di scorazzare per il grande giardino in compagnia della cagnolina del cognato, coccolato e accudito con amore.
Ma anche per lui a fine agosto è giunto il momento di tornare a casa. E lì ha trovato me con le stampelle e quindi impossibilitata a portarlo a fare i nostri soliti giri interminabili.
Io non conosco la storia di questo cane, come abbia passato i suoi primi cinque anni di vita. Credo non sia stato maltrattato, è ben educato, e, a parte la fame di libertà e la voglia di correre verso l’infinito e oltre, è proprio un bravo cane.
Però ha cambiato molte case e padroni e secondo me un po’ di diffidenza ad affezionarsi gli è rimasta. Diciamo che con questo rientro a casa ha mostrato un aspetto del suo carattere nuovo, diciamo più utilitaristico, più “gattesco”. Lui mostra affetto a chi lo porta in giro e gli dà da mangiare qualcosa che non siano le sue crocchette.
Per farla breve… Lui, il cane che si finge morto, quello che, come uno stalker provetto, mi seguiva ogni volta che mi alzavo dalla sedia, quello che si accucciava davanti alla porta ogni volta che andavo in bagno, quello che dormiva sotto la mia scrivania, da quando ha capito che non posso più portarlo fuori, non mi considera più. Come un bravo gatto, ha capito che non posso essergli utile e così ora gira per la casa facendosi i fatti suoi, cercando nuovi posticini dove dormire e riservando le feste “canine” solo al consorte quando torna a casa, perché è lui che lo porta in giro mattina e sera ed è l’unico che si azzarda a lasciarlo libero nei prati della periferia milanese.
Durante il giorno il compito di portarlo fuori ormai ricade interamente sui ragazzi e da qualche giorno il pomeriggio lo portano dall’altra nonna, mia madre, quella che è cresciuta in campagna e che ha sempre avuto un rapporto, come dire, “campestre” con gli animali. Quella che non ha mai voluto animali in casa, quella che ha sempre avuto paura dei cani, memore dei cani randagi della sua infanzia, quella che non ha mai voluto gatti, perché nella sua esperienza personale i gatti erano quelli che servivano solo a tenere lontano i topi e che erano sempre alla ricerca di cibo. Tempo fa, mia madre era a casa mia quando la vicina di sotto si mise a urlare in modo particolarmente vivace contro il suo gatto e alla mia domanda “lo starà mica ammazzando?” mia madre mi rispose candida “no, tranquilla, ammazzare un gatto non è così semplice e inoltre farebbe dei versi ben riconoscibili”. Non ho mai voluto approfondire sul come lei facesse a saperlo, ma in effetti ricordo da bambina mia nonna che raccontava cosa succedeva dalle loro parti, sulle rive del Po, ai cuccioli dei gatti quando erano troppi…
Comunque, mia madre ieri mi ha chiamato per dirmi quanto bravo è il mio cane e che è contenta che i ragazzi glielo portino ogni tanto. Mia madre… contenta di avere un cane in giro per casa…
Io invece me ne sto qui con le mie stampelle in attesa che qualcuno decida del futuro del mio ginocchio. Non so quando riuscirò a ritornare per le vie del quartiere con il cane che si finge morto, ma spero solo che avvenga al più presto. Nel frattempo devo studiare un piano di corruzione di cane per ritrovare il mio ruolo di padrona e riconquistare il suo affetto. Perché la storia che “i cani ti amano incondizionatamente” mi sa che è una leggenda…
Tu hai un cane-gatto, io ho un gatto-cane, che mi(ci) segue (me e mio marito) quando lavoriamo nell’orto, si rotola nella terra, dorme sul nostro cuscino, ci legga e ci viene incontro sulla porta quando rientriamo… mi sa che sono un po’ tutte leggende, e ogni animale ha il carattere che ha 🙂
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*ci lecca… 🙂
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