È una cosa orrenda. Te stai lì, al buio e vorresti con tutte le tue forze dormire ma non ce la fai. Ti alzeresti a stirare, lavorare, ma non puoi perché sveglieresti quelli che invece riescono a dormire benissimo.
Il cervello si affolla di pensieri, il cuore comincia ad accellerare e tu vorresti rallentarlo, svuotare la mente ma non ci riesci. Vorresti che il materasso ti inghiottisse, che qualcuno apparisse e ti dicesse “tranquilla, domani si sistema tutto”. Cerchi di attuare quel poco che hai imparato nei pochi mesi di yoga che hai fatto, provi a recitare un rosario, supplicando che qualcuno si prenda questa ansia e se la porti via.
Unico sollievo: scrivere. Ma non puoi scrivere tutto quello che vorresti perché questo blog è pubblico, e come mi hanno fatto notare di recente, io scrivo già fin troppo di me. Mi hanno chiesto “ma non ti mette a disagio far sapere a tutti i fatti tuoi?”. Onestamente? No. Anzi. Mi libera. Però so pormi dei limiti: fin che si parla di me ok, ma se per parlare di me devo parlare di cose di altri, allora mi censuro. E così non posso scrivere tutto tutto quello che vorrei.
So che parlare di ansia è monotono e noioso, eppure questa stramaledetta ha la capacità di prendersi il cervello e focalizzarlo su qualcosa ingigantendo i problemi, rendendoli enormi, insormontabili.
Una volta è il lavoro, una volta i familiari, poi la salute, oppure i guasti in casa o i vicini. Non importa cosa sia: sebbene razionalmente io sappia che a tutto c’è soluzione, il mio cuore e il mio cervello continuano a comportarsi come se io fossi sull’orlo di un baratro.
Invidio tantissimo le persone che sanno rimanere leggere, quelle che non se la prendono, quelle dalla fede incrollabile nella provvidenza, quelle risolute e pratiche, quelle sicure di se, quelle che non sopportano gli ansiosi. Quelle che dormono sonni tranquilli.
Sono andata a letto alle 23.15. Sono le 5.33. Sono sveglia dalle 3. Tra un’ora suona la sveglia.
Tra poco è un altro giorno e sono certa che porterà solo belle cose.
Devo solo convincere di questo cuore e cervello.
Come ti capisco…….. esattamente nella stessa tua condizione ogni notte un disastro. Dalle 2.30/3 in poi iniziano le danze. Menopausa bastarda 🤬
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La leggerezza in genere arriva quando ci facciamo una ragione che per tutte le cose che ci preoccupano possiamo fare ben poco ( nulla ) per governare gli eventi. Non è fede nella provvidenza, consapevolezza forse. Dirlo è facile, farlo meno, sentirlo difficile.
Magari lo fai già, e se scrivessi versioni private degli articoli con tutti i dettagli che vorresti? L’effetto liberatorio, che sperimento anche io, arriverebbe. Intanto buongiorno 🌞
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Purtroppo ci sono un sacco di cose che in realtà dipendono da noi, soprattutto decisioni da prendere e spesso non si può fare tutto subito, bisogna aspettare. E questo mi crea ansia. Per il resto hai ragione, la consapevolezza che non ripossono governare gli eventi è una gran conquista. Per quanto riguarda lo scrivere per me da ragazzina avevo un diario che mia madre leggeva regolarmente, anche se lei tutt’ora nega. Mi dava sollievo ma quando capii che lei lo leggeva mi sentii usurpata e diedi la colpa a me stessa: era da deficienti scrivere qualcosa pensando che poi rimanesse segreto, perché per il solo fatto di averlo scritto esiste e quindi può essere letto da qualcuno anche a nostra insaputa. È così per le lettere che vengono fuori quando qualcuno muore, i diari, gli appunti: prima o poi se è stato scritto, viene letto. Così adesso scrivo solo quello che penso possa essere letto da chiunque. Ho ovviamente il cellulare pieno di note, appunti, e ovviamente non pubblico tutto. Ma se scrivo è sempre pensando che qualcuno lo possa leggere. Altrimenti cancello. Comunque le cose che non scrivo le dico alla psicologa o alle amiche dopo il secondo spritz 🙂
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