Caro Dio

Caro Dio, quando ci incontreremo avrò un po’ di domande da farti. La prima la so già.

Nel Vangelo c’è scritto “chiedete e vi sarà dato” . Si parla di un uomo che sveglia di notte un altro uomo per chiedergli del pane. In principio l’uomo svegliato non vuole aprire la sua casa, ma colui che chiede è così insistente che alla fine ottiene tutto quello per cui era andato. Nel Vangelo c’è scritto che non bisogna temere di chiedere, che alla fine il Padre Buono ci darà tutto quello che chiediamo. Una volta, difronte alla mia domanda “perché allora non succedono i miracoli” mi fu risposto che bisogna fare le domande giuste. Vedi, caro Dio, io questa cosa non l’ho mai capita bene… A Lourdes il prete responsabile del campeggio provò a spiegarmi. Mi disse che il vero miracolo di Lourdes non è la gente che guarisce, ma la gente che dopo essere stata lì riparte con un nuovo rapporto con la malattia. Il miracolo è quindi l’accettazione.

Stasera non c’è una grotta, non ho vent’anni, non c’è un prete e io ancora non capisco.

Stasera ho assistito al concerto più bello, più commuovente, più sconvolgente della mia vita. Ho visto un miracolo con i miei occhi: una ragazzina piena di talento con una forza straordinaria eppure così delicata, cantare di fronte a un sacco di gente. Ho visto la sofferenza trasformarsi, abbandonarsi al pianto e poi trasfigurarsi in un sorriso.

Eppure, stanotte, la domanda “perché?” è qui con me.

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La Verità

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Sono sempre molto critica con il mondo cattolico e una certa parte del mondo cattolico è molto critica nei miei confronti e nei confronti di persone che la pensano come me, quelli che semplificando e in tono dispregiativo, vengono definiti i “cattocomunisti”.

Leggo, mi informo, e spesso quello che leggo è me per causa di sofferenza.

Sabato mi sono imbattuta in un post di un blog dal titolo “Queste 173 persone renderanno conto a Dio” a cui seguiva l’elenco dei 173 senatori che hanno votato la fiducia alla proposta di legge Cirinnà.

Quindi anche io, che scrivo e rendo pubblico il mio pensiero, come loro dovrò rendere conto a Dio.

Mi sento sotto accusa, mi definiscono una traditrice della Verità, una peccatrice.

Ed è inevitabile per me pormi delle domande: starò sbagliando?

Nel vangelo di Matteo, capitolo 7 versetto 15, si dice “Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci”.

Starò forse seguendo dei lupi travestiti da agnelli? Come faccio a riconoscerli?

Chi accusa chi la pensa come me, cita spessissimo San Paolo, Papa Giovanni Paolo II e Papa Ratzinger, e spesso critica duramente certe posizioni di Papa Bergoglio. Eppure l’elezione del Papa avviene grazie all’intervento dello Spirito Santo, e se papa Ratzinger ha compiuto un gesto straordinario e mai visto prima, ovvero rinunciare al papato per lasciare il posto a Papa Bergoglio, non posso non pensare che l’abbia fatto sotto l’illuminazione dello Spirito Santo.

Sono piena di dubbi e cerco risposte, perché ne ho bisogno, ne ha bisogno la mia fede.

Ma la risposta forse mi viene ancora dal capitolo 7 del Vangelo di Matteo (che credo si sia capito è il mio preferito) quando scrive al versetto 16Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi”.

I loro frutti…

I miei frutti sono il mio lavoro, i miei amici, i miei figli, la mia famiglia.

I primi versetti sempre del capito 7, recitano così: 1 Non giudicate, per non essere giudicati; 2 perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati. 3 Perché osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? 4 O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell’occhio tuo c’è la trave? 5 Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.

I versetti più avanti continuano così: 21 Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. 22 Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? 23 Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità.

Ogni giorno combatto con la mia trave per cercare di vedere bene chi ho difronte, e non posso non riconoscere le sofferenze di chi è discriminato, giudicato, emarginato. E non posso non vedere chi sono quelli che si danno da fare veramente per il prossimo, chi veramente lavora e soffre per garantire a tutti pace e serenità, chi si sporca le mani, chi accoglie senza chiedere niente in cambio, chi non giudica. Non posso non vedere i loro frutti. E mi spiace dirlo, ma non sono quelli che oggi mi accusano di tradire la Verità.

 

Mt 5, 1-16 (per chi sa che cos’è)

700 bambini morti in mare dall’inizio dell’anno.

E non c’è niente da aggiungere.

Anzi sì.

Perché un giorno la storia ci darà torto, come ha dato torto a tutti quelli che hanno assistito alle deportazioni senza fare e senza dire nulla.

Perché non si può rimanere in silenzio quando c’è gente che pubblica senza vergogna un crocefisso con sotto scritto “questa è la nostra tradizione, se non ti piace torna da dove sei venuto sul tuo barcone”. E sottolineo “pubblica” nel senso che rende pubblico su una piattaforma digitale un’immagine che non ho paura a definire blasfema e lo fa con arroganza e spavalderia, perché pubblicare qualcosa su Facebook è come appendere uno striscione dalla propria finestra di casa con quell’immagine e con quella scritta.

E mi chiedo di quale Gesù parlano, non certo di quello su quella croce.

Non certo di quello delle beatitudini, non quello che prometteva il regno dei cieli agli ultimi, agli affamati, agli stranieri.

Non certo di quello che metteva al primo posto gli affamati e gli assetati di giustizia.

Mi chiedo quale Vangelo ‘sta gente abbia mai letto. Mi chiedo che cosa pensa davanti alla croce quando urla che deve rimanere nelle classi delle scuole. Quando un crocefisso viene brandito con violenza, imposto con arroganza, usato per discriminare, per urlare, io sto male.

Io non sono una brava cattolica, non tutte le domeniche vado a messa, non mi confesso da anni, ma il Vangelo per me rimane il vero e unico libro che contiene il segreto della felicità. Quel crocefisso che ho contemplato tante volte rimane per me l’esempio dell’amore assoluto, del donarsi fino in fondo anche a chi non ci merita, anche a chi ci odia, anche chi ci vuole fregare, anche a chi ci vuole uccidere.

Ma come si fa, io mi chiedo, a dirsi cristiani e poi non vedere nel prossimo, chiunque esso sia, una persona. Non dico Dio, ma almeno una persona. Con che coraggio si sceglie solo il lato comodo della propria fede che ci perdona i nostri peccati e ci si dimentica che ci saranno rimessi come “noi li rimettiamo ai nostri debitori”. Quando si pregano i salmi, canti bellissimi dalla forza struggente, è Dio la nostra forza, non Salvini davanti a una scuola con un presepe in mano che cerca voti e consensi.

Non lo so che ne sarà di noi. Io non so che cosa posso io mai fare nel mio piccolo. Io lo so che faccio poco se non addirittura niente.

Ma so anche che non voglio essere complice di queste bestemmie. Ed è per questo che stasera appendo il mio striscione dalla mia finestra digitale, perché non voglio che il mio essere cristiana cattolica diventi sinonimo di razzista, fascista, nazionalista. Perché il Vangelo è tutta un’altra storia.

 

 

Io ce l’ho con i cattolici

Io sono cattolica, credente, più o meno praticante. Mi sento di appartenere alla Chiesa. Eppure io ce l’ho con i cattolici.

Ce l’ho con le signore dallo sguardo severo che davanti alla chiesa la domenica spettegolano con espressione scandalizzata.
Ce l’ho con chi in nome della famiglia discrimina, giudica e semina odio.
Ce l’ho con chi non legge il Vangelo da anni ma si autoassolve definendosi cattolico.
Ce l’ho con chi in nome di Gesù o del Cristo si sostituisce a Lui.
Ce l’ho con chi si è dimenticato che Gesù ai suoi tempi frequentava stranieri, traditori e prostitute.
Ce l’ho con chi vorrebbe le donne sottomesse e silenziose sebbene Maria sia stata una vera femminista avendo scelto liberamente di cosa fare del proprio corpo senza chiedere il consenso di un uomo, il suo uomo, pur amandolo e riuscendo a farsi amare da lui lo stesso.
Ce l’ho con chi in chiesa si siede ai primi banchi dimenticandosi di chi sta in fondo, sulla soglia.
Ce l’ho con chi si fa ancora forte dei 10 comandamenti, non fare… non dire…, quando Gesù già li aveva dichiarati superati più di 2000 anni fa con il bellissimo “ama il prossimo tuo come te stesso”.
Ce l’ho con chi ama il prossimo, purché la pensi come lui, sia nato nel suo stesso Stato e soprattutto non cerchi di rivendicare per sé un po’ del nostro benessere.
Ce l’ho con tutti quelli che parlano bene e razzolano male.
Ce l’ho con chi fa “carità” solo per guadagnarsi un posto in Paradiso.
Ce l’ho con quelli che dicono di cercare il “Cristo” negli altri poi però continuano a vedere solo il rom, il marocchino, il senegalese, la nigeriana, il sudamericano, la cinese, il gay, la lesbica, il transessuale, …, …
Ce l’ho con quelli che dal proprio divano tiepido e sicuro si paragonano ai tanti cristiani nel mondo perseguitati e uccisi per la loro fede.

Ce l’ho con i cattolici perché sempre più spesso mi fanno vergognare di essere cattolica, perché mi diventa sempre più difficile spiegare ai non cattolici che il Vangelo è un bellissimo libro in cui è nascosto il segreto della felicità e che della Chiesa fanno parte persone bellissime capaci di dare la vita per il prossimo, chiunque egli sia. Solo che queste persone lavorano in silenzio, non lanciano proclami, non manifestano perché hanno cose ben più importanti e urgenti da fare, cose del tipo amare.

Ce l’ho con i cattolici perché sempre più spesso non sono credibili e sono ridicoli.
Ce l’ho con i cattolici perché quello di cui io li accuso spesso lo ritrovo in me stessa.

Ecco, ce l’ho con i cattolici perché se vado a rileggere le beatitudini, ho proprio paura che quando moriremo il Paradiso sarà così affollato da chi abbiamo discriminato, insultato e giudicato che per noi non ci sarà proprio più posto.